A cura della Direzione Marketing Relatech
Nel giro di poche settimane ChatGPT ha raggiunto centinaia di milioni di utenti, causando la congestione del sistema e generando una frenesia mediatica che ha riacceso il dibattito sulle potenzialità e sui rischi dell'IA. Perché tanto successo?
La rapidità e accuratezza delle risposte stanno stimolando la creatività di tante persone che per la prima volta hanno accesso alle potenzialità dell’AI. I risultati hanno generato stupore e meraviglia, ma allo stesso tempo ci impongono una riflessione sugli effetti che questa tecnologia potrebbe in futuro. Come trovare il punto di incontro fra opportunità e cautela?
Cinque giorni di vita e più di un milione di utenti registrati. In circa tre mesi gli utenti sono diventati centinaia di milioni, tanto che al momento, spesso risulta impossibile accedere alla pagina di login a causa dell’intasamento del sistema. Forse neanche gli autori si aspettavano un successo così elevato sin dai primi giorni.
Stiamo parlando di ChatGPT, l’applicazione di A.I., il cui avvento ha creato un vero e proprio tsunami mediatico che sta polarizzando il dibattito di tutto il mondo tecnologico e non, riportando l’attenzione ancora una volta sulle potenzialità e rischi dell’uso dell’intelligenza artificiale. L’applicazione ChatGPT e il sottostante algoritmo GPT-3, sono gli ultimi nati di un progetto avviato da OpenAI nel 2015.
Fin dall’inizio Elon Musk e altri magnati del mercato digitale, tra i quali Reid Hoffman, co-fondatore di LinkedIn, Sam Altman, presidente dell'acceleratore di startup Y Combinator, intuendo la portata dell’iniziativa hanno investito ingenti risorse sul progetto; inoltre, recentemente anche Microsoft ha dichiarato di voler investire oltre 10B$ per adottare ChatGPT nei propri sistemi, rendendo ancora più forte l’interesse del mercato per queste tecnologie.
Intelligenza artificiale, machine learning e deep learning sono ormai presenti da decenni sui tavoli di discussione degli addetti ai lavori.
Così come gli algoritmi di Natural Language Processing e Generative network sono ben noti ed utilizzati da tempo. Applicazioni conversazionali e chatbot, sono da anni presenti sul mercato. I più celebri come Siri, Alexa e OK Google. Tali strumenti sono ormai entrati a tutti gli effetti nella vita quotidiana di molti di noi.
ChatGPT rappresenta la realizzazione di un’aspettativa che ci veniva promessa da tempo ma sembrava non giungere mai. A differenza di altri strumenti che usano l’AI, ma in modo circoscritto ad un certo ambito, a ChatGPT possiamo chiedere di creare storie, rispondere a domande complesse, sviluppare software.
La grande novità è proprio quella di aver reso disponibile al grande pubblico un’interfaccia di facile utilizzo e dalle enormi capacità informative e computazionali, che consentono di ottenere immediatamente risultati soddisfacenti in svariati ambiti.
Ciò ha permesso anche a persone non esperte di intelligenza artificiale di apprezzarne appieno i meccanismi per sfruttare al massimo la propria creatività. In tal senso ChatGPT rappresenta forse il primo reale esperimento di democratizzazione dell’AI.
La dimostrazione dell'importanza del fenomeno sta nell’enorme numero di articoli, post, video che da mesi ogni giorno appaiono sui media digitali che ci raccontano di esperimenti e risultati incredibili, o presunti tali, ottenuti con ChatGPT, soprattutto in settori quali marketing, comunicazione, istruzione, commerciale e legale e così via. Insomma, professionisti che fino a poco tempo fa avevano sentito parlare in modo astratto di AI ma non avevano mai avuto la possibilità di provarla in concreto.
Questo ha improvvisamente avviato un meccanismo virale che da un lato ci affascina ma dall’altro ci impaurisce: ora che la macchina dell’intelligenza artificiale è stata messa in moto dove ci condurrà?
Siamo ancora all’inizio di questo nuovo percorso di adozione delle tecnologie AI su più ampia scala, e sappiamo che vi sono ancora dei limiti tecnici dovuti alle capacità dell'algoritmo, ancora in fase di perfezionamento, e alla quantità di dati che al momento è stato possibile "fargli digerire". Tuttavia, sono state fatte già moltissime sperimentazioni che hanno dato luogo a risultati degni di nota:
Alcuni ricercatori americani hanno sottoposto ChatGPT al test di medicina, e l'AI ha ottenuto un punteggio tra il 52,4 e il 75,0 sufficiente a passare il test brillantemente. (Chat GPT supera l'esame per la licenza medica)
GPT-3 è in grado di scrivere programmi in python e altri linguaggi partendo da istruzioni in linguaggio naturale. É quindi possibile descrivere a GPT-3 una certa procedura e l'AI procederà a generare il codice necessario. Si possono trovare sul web molti esempi a questo proposito.
La testata CNET ha pubblicato alcuni articoli scritti tramite una AI, senza renderlo noto, ma è stata costretta successivamente a correggere parecchi errori a chiedere scusa e sospendere l'uso dell'AI. (Cosa succede se fai scrivere i tuoi articoli a un’intelligenza artificiale)
Sicuramente GPT-3 è solo l’apripista di una serie di strumenti che saranno sempre più potenti e sofisticati. Google ha da poco annunciato l'arrivo di Bard e OpenAI sta già lavorando a GPT-4. I settori lavorativi che potrebbero subire gli impatti più immediati sono quelli legati alla gestione di task di routine, del servizio clienti, o della classificazione dei testi.
Questi già oggi utilizzano strumenti di automazione di processo che in parte si avvalgono di algoritmi di AI. Tuttavia, la loro adozione è ancora ostacolata dal gap culturale esistente fra gli operatori esperti dei processi di settore e le tecnologie AI attuali, ancora difficili da utilizzare. Strumenti basati su GPT3 potrebbero accelerare la curva di adozione.
Analogamente i settori legati alla creatività e alla generazione di contenuti originali, potrebbero aumentare velocità e qualità della produzione. Indispensabile in questo caso sarà non solo trainare correttamente gli algoritmi, ma anche formare accuratamente i dipendenti ad un corretto utilizzo dell’AI, per imparare a fornire input corretti e a giudicare in modo critico le risposte fornite. Emblematico in questo senso l'errore commesso proprio da Google Bard durante il suo annuncio, che all'inizio solo alcuni esperti hanno visto.
Com’è sempre successo con le grandi innovazioni, alcuni lavori spariranno sostituiti dalle macchine. Anche in questo caso dovremo esercitare ancora di più la nostra creatività di esseri umani, canalizzandola verso obiettivi e prospettive più ampie inventandoci nuove professioni. Infatti, stanno già nascendo servizi di consulenza per aiutare le aziende a comprendere come utilizzare ChatGPT per migliorare i propri processi, e servizi di analisi di testi per aiutare scuole e università a capire se gli elaborati degli studenti siano stati generati tramite l'uso di AI.
Con i social siamo già passati da una logica editoriale alla nuova logica algoritmica; i nuovi strumenti basati sull’AI spingeranno la soglia ancora oltre. Il sistema di filtraggio delle informazioni che già oggi con i motori di ricerca non è del tutto trasparente, con piattaforme come ChatGPT rischia di diventare ancora più opaco, se non del tutto oscuro, amplificando gli impatti negativi dei mass-media sulla società.
Occorrerà prestare molta attenzione al fatto che in realtà sappiamo poco, e sapremo sempre meno, sui meccanismi decisionali che guidano gli algoritmi nella scelta dei contenuti da mostrare.
Considerando la velocità con cui corre il treno della tecnologia e dell’innovazione è naturale chiedersi dove potranno arrivare algoritmi come ChatGPT, già sorprendenti oggi che sono ancora ai loro albori.
Ogni innovazione tecnologica oltre a benefici porta con sé anche minacce a cui occorre prepararsi per potersi difendere. Quali saranno gli impatti dell'AI sulla società, sull’istruzione e sulla cultura? Come cambieranno le istituzioni e la democrazia? Diventa sempre più urgente riportare l’essere umano al centro del processo di sviluppo, prima ancora della tecnologia.
Non è un caso che l'ONU riconosca il potenziale dell'IA per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delineati nell'Agenda 2030 e sottolinea l'importanza di un uso responsabile ed etico dell'IA a beneficio di tutti.