Il flusso di dati che deve gestire un’azienda cresce ogni giorno di più, alimentato dai molteplici canali di comunicazione aperti con clienti e fornitori. Così i dati arrivano dal web, dai punti vendita, da magazzini e corrieri, dai centri di assistenza, oltre che dai diversi reparti aziendali: perciò si parla di Big Data come punto di riferimento per coordinare tutte le attività all’interno dell’azienda.
La gestione ottimale dei Big Data è un processo molto articolato, che parte dalla raccolta multi-canale delle informazioni per poi memorizzarle in modo strutturato (un esempio è la segmentazione dei clienti in gruppi omogenei secondo determinate caratteristiche).
La successiva analisi dei dati permette di definire delle strategie per creare valore aggiunto, ad esempio una campagna di marketing coinvolgente e personalizzata, cucita su misura per un certo genere di clientela, allo scopo di aumentare la sua fedeltà verso il marchio aziendale, o una nuova organizzazione del magazzino che consente di ridurre tempi e costi di spedizione dei prodotti.
Sempre più spesso il manager che ha la responsabilità delle tecnologie è “distratto” da inconvenienti tecnici, richieste di vario tipo e problemi da risolvere, perché l’azienda utilizza software diversi, il budget complessivo a sua disposizione è limitato, le altre aree aziendali si rivolgono a lui per capire come devono gestire i loro dati e così via.
Quindi l’esigenza fondamentale per il Chief Technology Officer è utilizzare una piattaforma tecnologica in grado di semplificare e velocizzare il suo lavoro e quello degli altri manager, come il responsabile marketing.
Riassumendo, i Big Data vanno trattati a più livelli, quindi in sostanza con un insieme di strategie unificate in un software dedicato. Ecco i passaggi fondamentali:
La sicurezza è un fattore decisivo, dal momento che le interazioni mediate dalle tecnologie digitali si stanno espandendo molto rapidamente, di conseguenza i dati sono esposti a una maggiore vulnerabilità (cyber-attacchi, perdite di dati, contraffazioni eccetera).
Garantire l’affidabilità e la privacy dei Big Data quindi è una parte essenziale dell’intero lavoro del Chief Technology Officer.
Uno sviluppo particolarmente interessante e innovativo in questo campo è quello dei protocolli blockchain o “catena di blocchi” che permettono di convalidare operazioni molto complesse, come pagamenti/transazioni, impiegando sistemi crittografici con un elevatissimo grado di protezione da eventuali minacce esterne.
Con questi sistemi è anche possibile ottimizzare le attività di logistica, sfruttando la blockchain per tracciare i movimenti di risorse e materie prime da/verso l’azienda: pensiamo, ad esempio, alle difficoltà di certificare la provenienza di un determinato prodotto nell’ambito di una filiera complessa di approvvigionamento, difficoltà più facilmente superabili se si utilizza un protocollo blockchain per verificare ogni singolo passaggio da un fornitore all’altro.
Accesso ai contenuti, verifica delle identità digitali, gestione di contratti online, sono altre operazioni “sensibili” che richiedono strumenti di sicurezza sempre più evoluti.
In definitiva, se ogni dato è raccolto, elaborato e gestito in modo intelligente e sicuro, attraverso una piattaforma tecnologica integrata nelle varie funzioni aziendali, per il CTO e gli altri manager diventerà molto più semplice concentrarsi sulle attività di maggior valore, senza perdere tempo nella risoluzione di problemi tecnici o di mancato coordinamento tra i reparti.
Sono proprio i dati a “raccontare” le azioni di clienti e fornitori, le loro scelte e preferenze, i loro comportamenti abituali, le intenzioni d’acquisto, i motivi che li hanno spinti ad abbandonare una transazione, quindi sono un potenziale forziere da cui estrarre più ricchezza possibile in termini di tendenze e previsioni, con cui realizzare strategie di marketing efficaci.